“Con le nuove politiche economiche del governo Pd-Leu-Renzi-M5S iniziano i guai per lavoratori e futuri pensionati. Il Conte bis ha spiegato che ‘Quota 100’ verrà portata a scadenza nel 2021 per poi non essere più rinnovata. Risultato? Per tutti gli esclusi da questa misura – fortemente voluta dall’Ugl – la strada pensione sarà molto più lunga rispetto a quanto previsto fino ad oggi. E fra il 2021 e il 2022 si dovranno maturare nuovi e ulteriori requisiti – cinque o sei anni di lavoro in più – per l’accesso alla pensione”: a lanciare l’allarme è Tullia Bevilacqua, segretario generale regionale Emilia-Romagna del sindacato confederale Ugl.
Il problema riguarderà coloro che per pochi mesi non riusciranno a soddisfare i requisiti previsti per andare in pensione in anticipo entro la data del 31 dicembre 2021. E per gli esclusi da ‘Quota 100’ a causa di pochi mesi di differenza – sia nell’età anagrafica (il tetto è 62 anni) che nel monte contributivo (38 anni di lavoro) – si spalancheranno due diverse strade l’una molto più lunga dell’altra.
Secondo calcoli del quotidiano economico Sole 24ore, a parità di anni di lavoro un lavoratore nato entro il 31 dicembre 1959 potrà andare in pensione già al compimento dei 62 anni, mentre l’altro , nato pochi giorni dopo, o anche un giorno dopo soltanto, dovrà attendere quasi altri 5 anni , al compimento dei 67 anni per ricorrere alla pensione di vecchiaia, o in alternativa lavorare per altri 4 anni e 10 mesi e accedere alla pensione anticipata, per la quale sono necessari 41 anni e 10 mesi di contributi.
La questione interessa anche l’Emilia-Romagna, quarta regione assoluta in Italia (dopo Sicilia, Lombardia e Veneto) per numero di domande di accesso a ‘Quota 100’.
Sempre l’Emilia-Romagna vanta un numero elevato di richieste , 6.500, di richieste di pre-pensionamento, al top dopo Lombardia e Veneto.
Al 30 giugno 2019, in tutto il Paese, s’è registrato un numero maggiore di domande pervenute per ‘Quota 100’ (155 mila) contro le richieste per il pre-pensionamento (72 mila ) e ‘Opzione Donna’ (15 mila).
“Un successo spento sul nascere, visto che nel 2022, tutti gli sfortunati esclusi da ‘Quota 100’ dovranno sopportare altri 5 o 6 anni di lavoro prima di maturare i requisiti pensionistici. Per loro possiamo già parlare di nuovi “esodati”. E , allora, è più che ragionevole pensare fin da subito ad una soluzione per evitare che , dopo i casi della vecchia riforma Maroni e della Legge Fornero, si creino nuovamente cittadini di serie A e cittadini di serie B. Invitiamo il governo a mettere in campo già da oggi misure adeguate per armonizzare il sistema, valutare nuove regole di flessibilità e calcolare sistemi di salvaguardia per questi quasi-pensionati”: aggiunge il segretario regionale Ugl Tullia Bevilacqua.
Un allarme – quello lanciato dal sindacato Ugl – che poggia anche su una constatazione: tra le varie novità annunciate dalla nota di aggiornamento al Def dal governo Conte Bis non figurano oggi precisi riferimenti a ‘Quota 100’.