Sviluppare e pianificare politiche di difesa del suolo, di valorizzazione delle risorse, di mitigazione del rischio idrogeologico, di tutela delle acque del Grande Fiume e di contrasto ai nuovi inquinanti attraverso la creazione di un sistema strutturato di studi, ricerche, analisi e scambio di dati, all’interno di un sistema permanente di relazioni finalizzato al miglioramento delle conoscenze e della qualità di vita della comunità e dei cittadini, sempre più consapevoli e parte attiva di un’economia circolare della conoscenza.
Sottoscritto nella mattinata di martedì 24 settembre al Palazzo del Governatore di Parma nell’ambito della giornata di studi ‘Verso una pianificazione integrata di Distretto’, moderata dal giornalista Andrea Gavazzoli, l’importante Protocollo d’Intesa tra l’Autorità di Bacino Distrettuale del fiume Po, 17 Università del Distretto Idrografico e 2 Centri di Ricerca, firmato dal Segretario Generale dell’Autorità Distrettuale del Fiume Po Meuccio Berselli e da Paolo Andrei, Magnifico Rettore dell’Università degli Studi di Parma, in rappresentanza di tutte le Università, ha come focus caratterizzante lo scambio di dati, essenziali per la conoscenza e la pianificazione delle politiche relativa al fiume Po e ai territori del Distretto Idrografico, che comprende 8 Regioni – Emilia-Romagna, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Toscana, Valle d’Aosta, Veneto e la provincia Autonoma di Trento – 3.348 Comuni, 19 milioni e 850 mila abitanti, 86.859 chilometri quadrati di superfice e che rappresenta il 37% della produzione industriale nazionale, il 55% dell’industria zootecnica, il 35% dell’industria agricola e il 55% della produzione idroelettrica.
La Convenzione, che si svilupperà nel corso del triennio dal 2019-2021, è stata sottoscritta dall’Autorità Distrettuale di Bacino del fiume Po, da 17 Università e 2 Centri di Ricerca: le realtà che lavoreranno a stretto contatto nei prossimi tre anni sono l’Istituto di Geologia Ambientale e Geoingegneria (IGAG), l’Istituto di Ricerca per la Protezione Idrogeologica (IRPI), Politecnico di Milano, l’Università Cattolica del Sacro Cuore, l’Università degli studi Milano Bicocca, l’Università degli studi di Brescia, l’Università degli studi di Trento, l’Università degli studi di Padova, l’Università degli studi di Trieste, il Politecnico di Torino, l’Università degli studi di Torino, la Scuola Universitaria Superiore, l’Università degli studi di Pavia, l’Università degli studi di Genova, l’Università degli studi di Ferrara, l’Università degli studi di Parma, l’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, l’Università degli studi di Bologna, la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa.
Il sistema strutturato di ricerche ed analisi prevede una serie di step concreti, che verranno attivati grazie alla collaborazione tra le Università, i Centri di Ricerca e l’Autorità Distrettuale del fiume Po. Nello specifico le azioni che verranno sviluppate sono: l’analisi del danno, l’aggiornamento idrologia e cambiamenti, l’aggiornamento idraulica modelli 2D, l’analisi dell’ambito costiero marino, l’idromorfologia e il trasporto solido affluenti Po e reticolo collinare montano, il bilancio trasporto solido fiume Po, gli Scenari di Rottura Arginale. Ci sarà anche una parte dedicata all’analisi economica: in particolare si lavorerà sulla definizione del costo ambientale e della risorsa per i vari settori di impiego dell’acqua, i criteri per la copertura dei costi ambientali e della risorsa, il recupero integrale del costo del servizio e del principio “chi inquina paga”. Le altre azioni di pianificazione saranno lo sviluppo modello idrogeologico della Pianura Padana e l’analisi dei carichi di inquinanti di origine diffusa e puntuale.
“Oggi per noi è una giornata molto importante – ha dichiarato Meuccio Berselli, Segretario Generale dell’Autorità Distrettuale del Fiume Po – poiché la firma di questo Protocollo d’intesa con 17 Università del Distretto e 2 Centri di Ricerca è fondamentale per la conoscenza dei dati per la pianificazione. Questi dati ci sono utili per il Bilancio Idrico: per conoscere la quantità d’acqua presente a livello superficiale e quella invece a livello della falda sotterranea. L’insieme di informazioni che verranno raccolte dalle Università ci saranno utili per sapere quali azioni intraprendere per i nuovi inquinanti presenti nel bacino del Po e per mitigare il rischio idrogeologico. La conoscenza delle Università, messa a supporto delle pianificazioni, diventa fondamentale. All’interno di questo progetto di collaborazione, che durerà tre anni, vogliamo identificare un percorso, che durerà un anno, per acquisire la conoscenza di tutti i dati, che ci consentiranno di iniziare la pianificazione il più presto possibile. I dati verranno messi a disposizione di Aipo, dei Consorzi di Bonifica e delle Regioni”.
“L’intento di questa Convenzione che sottoscriviamo insieme all’Autorità Distrettuale del fiume Po – sottolinea Paolo Andrei, Magnifico Rettore dell’Università degli Studi di Parma – è quello di mettere a disposizione le competenze e le attività di ricerca delle Università e dei Centri di Ricerca per garantire quello sviluppo e quell’attenzione particolare che l’Autorità Distrettuale vuole attivare sulla gestione delle acque e sulla prevenzione di fenomeno di dissesto che potrebbero verificarsi nel prossimo futuro. Oggi ci impegnano tutti, ognuno con le proprie competenze, a generare occasioni di scambio, di incontro e di approfondimento che sono indispensabili per il futuro. Le Università e i Centri di Ricerca hanno dato pieno appoggio all’iniziativa e lavoreranno concretamente a fianco dell’Autorità Distrettuale per testimoniare la volontà di trasmettere le competenze acquisite attraverso gli strumenti della ricerca, per realizzare progetti a vantaggio di tutta la comunità”.